Le Tre Rose Rugby incontra Papa Francesco

STORIE RIPROPOSTE | 2016-2024 ASD – Le Tre Rose Rugby incontra Papa Francesco: sport e inclusione immigrati – fonte LE TRE ROSE RUGBY IN VISITA A CITTA’ DEL VATICANO13 Settembre 2018

ROMA – 13 settembre 2018

Ieri mattina la squadra di immigrati Le Tre Rose Rugby, ha incontrato Papa Francesco vivendo un momento indimenticabile. Convocati sul sagrato di San Pietro per l’Udienza Generale del mercoledì, i 21 giocatori, il presidente Paolo Pensa, l’allenatore Luca Patrucco e alcuni rappresentanti della comunità Semi di Senape – tra cui Mirella Ruo e Carla Gagliardini – hanno incontrato Papa Francesco. 

Un’emozione che supera ogni meta 

Appena giunti in piazza San Pietro, la squadra composta da immigrati e rifugiati dell’Africa subequatoriale, ha potuto condividere l’emozione del ricorrente più grande raduno cattolico al mondo. Tra centinaia di bandiere, cori e l’eco delle canzoni dei pellegrini, i ragazzi di quattordici nazionalità diverse hanno alzato lo sguardo verso la loggia papale: «È stato un istante di grande commozione – racconta il presidente della ASD Le Tre Rose Rugby, Paolo Pensa – pochi passi separavano la nostra squadra dal Successore di Pietro, ma abbastanza da farci sentire accolti come fratelli di un’unica famiglia, quella umana». 

Le parole di Papa Francesco: accoglienza e speranza

Durante il suo discorso, Papa Francesco ha ricordato che “l’accoglienza genera pace” e ha citato il valore del gioco di squadra: «Nel rugby, come nella vita, non vince chi corre da solo, ma chi si sostiene a vicenda». Queste parole hanno echeggiato nella mente dei giovani atleti, testimoni di un percorso d’inclusione attraverso lo sport, nato nel 2014 per i richiedenti asilo. 

«Le parole del Pontefice – ricorda ancora Pensa – hanno ispirato da sempre i nostri valori: rispetto, solidarietà e lealtà, prima in campo e poi fuori». 

Oltre lo sport: un progetto di vita 

Accanto al presidente, la responsabile dei progetti sociali FIR, Daniela De Angelis, ha sottolineato come l’iniziativa delle “Tre Rose” sia diventata un modello nazionale: «Il nostro sostegno non è solo tecnico, ma culturale: vogliamo far conoscere la forza educativa del rugby, capace di abbattere barriere etniche e linguistiche». 

Tra i presenti spicca il ben voluto italo-argentino Enzo Montenegro, che ha potuto raccontare a Papa Francesco come, grazie alla squadra, tanti compagni abbiano trovato non solo un campo dove allenarsi, ma anche un lavoro, una casa e – soprattutto – una seconda famiglia. 

Il racconto di un gesto semplice e profondo 

A documentare l’evento, il videomaker valenzano Walter Zollino, già autore del celebre documentario sulla squadra (video la Repubblica): «Ho cercato di cogliere non solo i volti emozionati dei ragazzi, ma anche i piccoli gesti di gentilezza reciproca, il modo in cui si sono fatti spazio tra la folla per portare il dono di una palla ovale a Sua Santità». 

Quella palla, simbolo del loro lungo cammino, è stata poi benedetta dal Pontefice, che ha invitato tutti a “giocare insieme per costruire ponti e non muri”. 

Una spinta per il futuro 

Tornati a Casale Monferrato, gli atleti “Le Tre Rose” porteranno nel cuore il ricordo di questa mattinata romana: una conferma che lo sport può diventare strumento di fraternità universale. 

Nelle parole del presidente Pensa, la promessa di continuare con rinnovata energia:

«Oggi siamo stati incoraggiati da Papa Francesco. Domani torneremo in campo più uniti che mai, con la consapevolezza che ogni meta segnata nel rugby è anche una meta verso una società più solidale». 

L’incontro con Papa Francesco non è dunque un traguardo, ma un nuovo punto di partenza: perché il vero terzo tempo, quello della vita, si gioca ogni giorno nei gesti di solidarietà umana che “Le Tre Rose Rugby” testimonia nel Monferrato.

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