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Oggi è il 24 maggio. Questo numero mi rimanda al 24, ma di agosto 2016: Amatrice, al numero delle scosse registrate, al numero dei 299 morti. I numeri sono crudi, contabilità di una tragedia che fece notizia per alcune settimane, poi scivolata nell’archivio della cronaca. Avevo 13 anni, ma ricordo come fosse oggi le immagini che riportava la televisione, la devastazione, la polvere che avvolgeva tutto, i lampeggianti delle sirene.
Amatrice: L’Emergenza Infinita e la Memoria Sbiadita
Papa Francesco arrivò tra quelle macerie, pregò, consolò. Le telecamere registrarono i suoi gesti. Ma quanto è cambiato, davvero, nella gestione dell’emergenza sismica in Italia? Quante case sono ancora inagibili? Quante famiglie vivono ancora nei container? La ricostruzione procede con i tempi della burocrazia e degli appalti, mentre l’attenzione mediatica si è spostata altrove.
Terre di Emigrazione: Un Parallelo Ignorato
Quelle stesse terre appenniniche, tra Ottocento e Novecento, furono testimoni di un altro esodo: i nostri emigranti verso le Americhe. Fuggivano dalla povertà, cercavano fortuna. Molti morirono durante il viaggio, altri furono respinti, discriminati, sfruttati. Eppure oggi, quando altri disperati tentano lo stesso percorso dal Sud del mondo verso l’Europa, la questione per molti tende ad essere allontanata con fastidio, si preferisce scordare. La memoria è selettiva.
Lampedusa 2013: l’Esortazione di Papa Francesco e l’Alibi dell’Isola
8 luglio 2013: Papa Francesco scelse Lampedusa per il suo primo viaggio. Un’isola diventata simbolo, ma anche un perfetto alibi. Concentrare l’attenzione su un’isola permette di nascondere che il problema è strutturale, che riguarda politiche europee, accordi internazionali, equilibri geopolitici che nessuno vuole davvero mettere in discussione.
Francesco gettò una corona di fiori in mare, denunciò la “globalizzazione dell’indifferenza“. Parole potenti, ma i fatti sono testardi: da quel 2013, quante altre stragi si sono consumate nel Mediterraneo? Il mare continua a restituire corpi, le ONG vengono processate per aver salvato vite, i porti si chiudono e si riaprono secondo le convenienze politiche del momento.
La Globalizzazione dell’Indifferenza: Un Sistema Funzionale
La “globalizzazione dell’indifferenza” non è un accidente: è un sistema. Un meccanismo perfetto che ci permette di commuoverci per qualche giorno, di firmare appelli, di condividere post sui social, per poi tornare alle nostre vicende senza che nulla cambi davvero. L’indifferenza è funzionale: mantiene gli equilibri, non disturba i mercati e consensi politici, non mette in discussione le nostre abitudini.
Le Domande Inascoltate e il Cinismo Imperante
“‘Adamo, dove sei?’, ‘Dov’è il sangue di tuo fratello?'” – le domande bibliche che Francesco citò a Lampedusa restano senza risposta non per mancanza di teologia, ma per eccesso di cinismo di noi tutti. Sappiamo benissimo dove siamo: al sicuro dietro le nostre frontiere. E sappiamo benissimo dov’è il sangue dei nostri fratelli: sui fondali del Mediterraneo, sui muri di confine, nei campi profughi che preferiamo non vedere.
Vittime Due Volte: Dopo la Tragedia, l’Abbandono
Il terremotato di Amatrice e il migrante che annega hanno in comune una cosa: dopo l’emergenza emotiva, dopo i titoli di giornale, dopo le dichiarazioni di solidarietà, rimangono soli con i loro problemi. Il primo aspetta ancora una casa, il secondo spesso non arriva nemmeno a poterla sognare.
Eppure qui in Piemonte, come in gran parte dell’Italia interna, i paesi si svuotano. Case chiuse, persiane sigillate, centri storici abitati solo da qualche anziano che resiste. I numeri sono spietati: più case vuote che occupate, un patrimonio edilizio che marcisce. Un paradosso che non ha logica economica, perché le soluzioni ci sarebbero: progetti di ripopolamento, incentivi fiscali, programmi di accoglienza diffusa che darebbero nuova vita ai borghi e dignità ai nuovi arrivati.
Ma la logica economica non è quella che governa davvero le scelte. È la paura dell’altro a dettare le regole. Meglio lasciare che i paesi muoiano piuttosto che accettare che altri, diversi da noi, possano dargli nuova vita. Meglio vedere marcire case e tradizioni piuttosto che rischiare che qualcuno con un altro colore di pelle, un’altra lingua, un’altra religione, possa diventare il nuovo vicino di casa.
È una logica suicida mascherata da difesa dell’identità. Si preferisce l’estinzione all’integrazione, il vuoto alla diversità. E così il migrante annega nel tentativo di raggiungere una terra che ha più spazio di quanto abbia voglia di condividere.
Papa Francesco, le sue parole vengono applaudite, le sue foto fanno il giro del mondo, ma le politiche concrete continuano a muoversi su binari opposti, guidate dai nostri consensi reazionari, dai nostri istinti ancestrali.
Memoria Attiva o Alibi per la Coscienza?
Il 24 mi ricorderà anche questo: che la memoria è un esercizio politico. Se serve solo a commuoverci, è inutile. Se la logica non si traduce in un rinnovamento culturale, la tragedia non è solo nei terremoti o nei naufragi o per i superstiti per l’indifferenza che li segue, ma puntuale sarà per noi tutti noi il declino economico e demografico. Il nostro popolo ed il suo ruolo come nazione in termini geopolitici sarà sempre più ancillare. Ma questa è un’altra storia.